Parodontologia e Bruxismo

Ii sostegno dei denti: osso e gengive

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Che brutte parole!! Cosa significano?

Parodontologia: è una patologia (malattia) di osso e gengiva (parodonto) di sostegno ai denti, che può portare alla perdita dei denti.

Bruxismo: è una patologia (malattia) che fa sfregare i denti superiori con quelli inferiori o viceversa indebolendoli e consumandoli, fino alla frattura.

Allora iniziamo dalla prima: come possiamo prenderci cura della salute delle gengive?
Vediamo di fare un’autovalutazione della salute di osso e gengiva ossia del parodonto, sostegno dei denti, rispondendo Si o No alle domande qui di seguito.
Sappiate che un solo Si può essere considerato come un segnale di avvertimento e deve condurvi ad una visita specialistica parodontologica, quanto prima possibile.

I sintomi per un’autovalutazione della gengivite:

Sanguinano le gengive?

Le gengive si sono ritirate?

I denti sembrano più lunghi?

Avete notato uno spostamento (migrazione) dei denti?

Sentite che i denti non sono più saldi come prima?

Sentite muovere i denti?

Avete l’alito cattivo?

Avete il diabete?

Fumate?

In questo caso se avete qualche o numerosi SI non perdete tempo e prenotate subito una visita specialistica.

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Vieni a conoscerci nella nostra clinica dentale a Torino. Verrai visitato dal nostro specialista più adatto a te e al tuo caso.

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Stadi di salute di dente, osso e gengiva da lieve a grave (da sinistra a destra):

Chi è il dentista parodontologo?

Il parodontologo è un dentista specialista che si occupa in modo esclusivo dei tessuti di supporto dei denti e degli impianti (gengiva, legamento parodontale, cemento radicolare e osso alveolare) e delle malattie che colpiscono questi tessuti.
Queste malattie sono degenerative e non si arrestano senza una terapia specifica, un’adeguata igiene di sostegno domiciliare eseguita dal paziente, controlli e monitoraggi costanti.

Questa patologia si combatte e si vince in due: medico e paziente.

Cos’è il parodonto?

Il parodonto è il tessuto mediante il quale i denti sono ancorati alle ossa mascellari.

Esso è costituito dalla gengiva e da tessuti profondi che prendono il nome di cemento radicolare, legamento parodontale e osso alveolare.

Se si deteriora e recede (diminuisce in altezza e consistenza allontanandosi dal dente) si può arrivare sino ad una mobilità dentale tale che il dente non ancorato più all’osso e alla gengiva, cade. Quindi attenzione!

Quali strumenti utilizza il parodontologo?

L’odontoiatra formula la diagnosi di gengivite o di malattia parodontale (piorrea) avvalendosi di una sonda parodontale millimetrata che permette di valutare lo stato di salute dei tessuti parodontali, una cartella parodontale, documento che permette il monitoraggio nel tempo dell’evoluzione della malattia e uno status radiografico.

Al termine di questa visita specialistica il dentista specializzato parodontologo vi saprà indicare i motivi del vostro disagio, sia un sanguinamento gengivale, un’accentuata sensibilità, una mobilità dentale o altro citato sopra e redigere un adeguato piano di cure.

Questa visita può salvare i vostri denti e permettervi una vita migliore!

La malattia parodontale

La gengivite

(gengive che sanguinano)

Innanzitutto come detto prima è necessaria una visita accurata con un dentista specialista parodontologo, che saprà rispondere a tutte le vostre domande e subito dopo un’accurata e delicata pulizia dentale professionale.

Non appena vi accorgete di avere le gengive che sanguinano è indispensabile effettuare un’accurata visita specialistica, senza aspettare che il problema si risolva da solo. Ciò non può accadere, anzi, può solo peggiorare.

Vi sarà consigliato anche tutto ciò che è necessario fare da un punto di vista di igiene domiciliare e di scelte alimentari per avere il massimo effetto nel tempo e sarete inseriti in un programma di monitoraggio regolare in clinica di osservazione e di igiene orale personalizzata.

Fondamentale è il tipo di spazzolino, il dentifricio e il collutorio che in questo caso devono essere strumenti estremamente delicati e potenti antibatterici.

Noi consigliamo per l’igiene domiciliare:

 

  • Spazzolini molto morbidi (oltre 5.000 setole) da cambiare almeno ogni tre mesi
  • Collutori specifici con azione battericida da utilizzare con monitoraggio del dentista specialista
  • Quant’altro di specifico per ogni paziente, per ogni caso

Mobilità dentale

Il vostro parodonto è a rischio? Valutate che cosa sapete della malattia parodontale.

I sintomi per un’autovalutazione:

  • Sanguinano le gengive?
  • Le gengive si sono ritirate?
  • I denti sembrano più lunghi?
  • Avete notato uno spostamento (migrazione) dei denti?
  • Sentite che i denti non sono più saldi come prima?
  • Sentite muovere i denti?
  • Avete l’alito cattivo?
  • Avete il diabete?
  • Fumate?

Se hai risposto Si a una o più di queste domande, potresti soffrire di malattia parodontale.
Se non trattata, non solo potrebbe condurre alla perdita del dente, ma anche aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, come infarto e ictus*

*Secondo il National Institute of Dental and Cariofacial Research (USA): http://www.nidcr.nih.gov

Fase 1 – dente sano
Fase 2 – le gengive sono sensibili e si arrossano
Fase 3 – le gengive recedono e i denti appaiono più lunghi e si muovono
Fase 4 – la malattia parodontale è presente e va curata, pena la perdita del dente

Malattia parodontale

La minaccia nascosta per la tua salute

La malattia parodontale è una minaccia ‘‘nascosta’’ per la tua salute. Perché?

Perché anche se i tuoi denti hanno un bell’aspetto, sembrano sani e non danno dolore, il problema potrebbe nascondersi sotto le gengive, nei tessuti di sostegno del dente, come l’osso mascellare e il legamento parodontale (che collega i denti all’osso sottostante).

Nel primo stadio, che prende il nome di gengivite ed è reversibile, la gengiva s’infiamma.

A: Dente sano con legamento intatto
B: Stadio avanzato d’infiammazione con distruzione del parodonto

1 = Gengiva
2 = Osso
3 = Legamento parodontale

Cosa fare per trattare la malattia parodontale?

Per risolvere in modo efficace la malattia parodontale, è necessario curare l’infiammazione.

Se non trattata, l’infiammazione può diffondersi sotto le gengive e iniziare a distruggere le strutture di sostegno dei denti. A seguito di questo danno, i denti possono iniziare a dondolare e cadere; questo processo è irreversibile, se non si ricorre ad appropriate cure mediche.

Trattamento iniziale

La prima fase consiste in una pulizia professionale dei denti colpiti, per rimuovere i batteri che hanno causato l’insorgere della malattia. Vi verrà spiegato come lavare i denti nel modo ottimale, anche nelle aree difficili da raggiungere, come gli spazi interdentali.

Il primo trattamento alla base di qualunque altro solitamente dopo la pulizia dentale sono le cosiddette levigature, pulizia profonda sotto gengivale di placca e tartaro con o senza supporto di clorexidrina a lento rilascio topica locale, con o senza terapia laser assistita. Il dentista specialista parodontologo vi consiglierà. La scelta del piano di cure deriva da un attento studio del caso le cui fasi sono:

L’infiammazione richiede un trattamento molto specifico

Rimozione della placca e del tartaro sottogengivale (levigature)

Rimozione dei batteri per mezzo di levigare con curettes apposite (trattamento indolore)

Terapia decontaminante laser assistita

Laser Diodo: poche cliniche e studi odontoiatrici lo hanno e lo usano bene: costo dell’attrezzatura decisamente elevato,

Puntali da acquistare per ogni paziente, e per tipologia di intervento, conoscenze molto specifiche per utilizzarlo, assistenti di studio comprese. Parodontologia, chirurgia, rigenerazione tissutale, sono gli ambiti in cui da noi è maggiormente usato con grandi risultati! Solo il meglio per voi.

Il processo di recessione gengivale

Recessione gengivale: perché è necessario preoccuparsene?

Il tessuto gengivale ha il compito di coprire e proteggere le radici dei denti e l’osso mascellare sottostante, che tiene i denti in posizione.

Quando le gengive si ritirano, anche l’osso e gli altri tessuti che sostengono i denti ne risultano danneggiati.

Gengive “ritirate” è il termine che normalmente si usa in gergo per definire una condizione patologica nota come recessione gengivale. Si parla di gengive ritirate per indicare l’arretramento o comunque lo spostamento delle stesse dalla propria sede originaria verso il margine apicale (radice) del dente (movimento verso il basso).

Ne consegue un’evidente compromissione estetica (il dente sembra particolarmente allungato, più scoperto e visibile) associata a molteplici disturbi come ipersensibilità dentinale, infiammazione locale sino alla piorrea (parodontite).

Sebbene tutti i denti possano essere colpiti da gengive ritirate, quelli maggiormente coinvolti sono i canini ed i premolari.
La causa principale di recessione gengivale risiede nella scorretta igiene orale; precisamente, il rischio di gengive ritirate aumenta notevolmente quando i denti vengono spazzolati in modo inadeguato (es. orizzontalmente o dal dente verso la gengiva), in particolare se si utilizzano spazzolini a setole dure. Per alleviare il fastidio prodotto dalle gengive ritirate, si raccomanda di correggere eventualmente l’inadeguata modalità di pulizia quotidiana dei denti. Nei casi in cui le gengive ritirate creino considerevoli disturbi, è pensabile un intervento di chirurgia gengivale, eventualmente supportato da un innesto di tessuto connettivale.

Fattori di rischio

Le gengive ritirate sono un fenomeno piuttosto comune negli adulti di età superiore ai 40 anni, malgrado i primi sintomi possano comparire già in epoca adolescenziale. Abbiamo visto che lo spazzolamento scorretto dei denti, soprattutto se si utilizza regolarmente uno spazzolino a setole dure, è il principale fattore di rischio per le gengive ritirate.

Oltre a questo, il fenomeno pseudo-patologico può esser provocato da altri, innumerevoli, fattori eziologici:

Gengivite

Abitudine di masticare tabacco o fumare

Denti storti,
malocclusioni dentali,
affollamento dei denti

Malattie ereditarie gengivali

Bruxismo

Tendenza a serrare i denti, fenomeno che si accentua in presenza di stress e tensioni

Scorbuto

Malattia da grave carenza di vitamina C

Disturbi alimentari

es. bulimia

Parodontite

Sia causa che conseguenza delle gengive ritirate

Piercing al labbro o alla lingua

Imputati di danneggiare le gengive per sfregamento conto di esse

Ipersensibilità al sodio laurilsolfato

Un ingrediente cosmetico schiumogeno che rientra nella formulazione di numerosi dentifrici commerciali

Scorretta igiene orale

Oltre a spazzolare i denti in modo inadatto, l’abitudine di non passare il filo interdentale favorisce le gengive ritirate perché i batteri, annidandosi negli spazi interdentali, danneggiano lo smalto ed assottigliano la gengiva, rendendola fragile e delicata

Spostamento dei denti

La recessione gengivale non deve essere considerata un fenomeno acuto che si manifesta improvvisamente, senza preavviso, da un giorno all’altro.

Le gengive ritirate sono il risultato finale di una serie di atteggiamenti scorretti e/o disturbi cronici che, progressivamente, spingono la gengiva verso la radice del dente. Ed è proprio per questa ragione che le gengive ritirare tendono a manifestare i primi sintomi fastidiosi dopo i 40 anni. Non è raro che, fino a quest’età, le gengive risultino apparentemente sane e il disturbo passi completamente inosservato.

La denudazione dei colletti dentali e delle superfici radicolari che caratterizzano le gengive ritirate causano ipersensibilità dentinale, che si aggrava puntualmente in risposta a stimoli termici (alimenti/bevande troppo calde o eccessivamente fredde, aria pungente che entra dal cavo orale) o meccanici (sfioramento del dente con lo spazzolino). Inevitabilmente, l’ipersensibilità dentale provocata dalla regressione gengivale induce il paziente a non spazzolare accuratamente i denti (in modo da percepire un fastidio ridotto): a tutto vantaggio dei batteri, questo atteggiamento errato favorisce l’accumulo di placca e tartaro, i maggiori imputati di processi cariogeni.

Quando la retrazione gengivale dipende da un’infiammazione cronica delle gengive (gengivite), il paziente accusa alitosi(alito cattivo), tendenza delle gengive al sanguinamento, gengive rosse, gonfie ed arrossate.

Per non parlare, poi, della compromissione estetica provocata dalle gengive ritirate: in simili circostanze, i denti sembrano più lunghi, le radici dentali sono visibili ed esposte (sintomi tardivi della piorrea), e gli spazi interdentali sembrano più grandi. In realtà, lo spazio tra dente e dente rimane lo stesso, ma appare più grande in quanto le gengive ritirate non riescono a ricoprire la zona. Anche il colore dei denti viene alterato in presenza di gengive ritirate, a causa della differenza cromatica tra smalto del dente (bianco) e cemento giallastro (esposto perché le gengive si sono ritirate). Negli stadi avanzati, la regressione gengivale può causare spostamento e perdita dei denti.

Recessione gengivale

Ciò può compromettere l’aspetto esteriore e la fiducia in sé. La radice dentale diventa sensibile e anche mangiare e bere possono diventare esperienze spiacevoli o persino dolorose.

La recessione gengivale espone la radice del dente e compromette l’attacco del dente all’osso mascellare.

Per questi motivi è importante identificare e trattare la recessione gengivale precocemente.

Se trascurata, la recessione può peggiorare sino al punto in cui la radice non è più protetta dalla gengiva e i denti possono dondolare e cadere. Quindi attenzione!

Denti sottili e consumati: il Bruxismo

Bruxismo nei bambini e negli adulti: cause, terapia, durata

Quando osservate vostro figlio o un familiare mentre dorme, potete ascoltare la melodia dei suoi sogni: respiro regolare e forse un occasionale sospiro. Ma alcuni genitori sentono suoni aspri e stridori dovuti al digrignare dei denti: questo disturbo è chiamato bruxismo ed è abbastanza comune nei bambini e negli adulti.

Bruxismo è un termine medico per indicare il digrignare i denti dovuto alla contrazione della muscolatura masticatoria, specialmente durante il sonno profondo o mentre si è sotto stress. Viene dal termine greco “brychein” che significa far stridere i denti.

Tre bambini su dieci digrignano o fanno stridere i denti, dicono gli esperti, con la più alta incidenza in bambini al di sotto dei 5 anni.

Per scoprire se soffri di bruxismo è sufficiente mettersi davanti allo specchio con i denti allineati ed appoggiati i superiori sugli inferiori; se non si individuano spazio tra incisivi superiori ed inferiori è probabile che soffriate di bruxismo.

Le cause del Bruxismo

Nonostante i numerosi studi fatti, nessuno sa da cosa dipenda davvero il bruxismo. In molti casi i bambini e gli adulti possono digrignare i denti perché tra l’arcata superiore e l’arcata inferiore dei denti non vi è un allineamento corretto, altri la considerano come una risposta al dolore dovuto per esempio a mal di orecchie o mal di denti. I bambini potrebbero trovarsi perciò a digrignare i denti in modo da alleviare il dolore, così come potrebbero celare una lesione muscolare.

Lo stress, sotto forma di tensione nervosa o ansia è un’altra causa rilevante di bruxismo. Un compito in classe od una significativa novità nelle abitudini quotidiane (come fratellino in arrivo od un nuovo maestro) sono situazioni ad alto rischio, anche discutere con genitori e fratelli può causare uno stress sufficiente per portare a digrignare i denti o serrare le mandibole per i bambini.

Per gli adulti il lavoro, la vita sociale, la vita affettiva e tante altre situazione possono essere causa di STRESS.

Gli effetti del Bruxismo

Generalmente il bruxismo ha conseguenze dirette sui denti, se molti casi passano inosservati senza effetti negativi, in altri può manifestarsi un lieve mal di testa o mal di orecchie. Molto spesso, tuttavia, la condizione può essere più fastidiosa per gli altri familiari a causa del suono prodotto durante il digrigno.

In alcuni casi estremi il digrigno notturno e il serrare le mandibole può togliere lo smalto ai denti, scheggiarli, aumentare la sensibilità orale a caldo e freddo e causare grave dolore facciale e problemi alla mandibola, come la malattia temporomandibolare.

La maggior parte dei bambini e degli adulti che digrignano, tuttavia, non ha problemi a meno che il loro digrignare e serrare non siano cronici.

La diagnosi del bruxismo

Molti soggetti che digrignano i loro denti non sono consapevoli di ciò, così sono spesso i fratelli o i genitori o i familiari che identificano il problema. Alcuni segnali da considerare sono:

Rumore da digrigno durante il sonno

Dolori alla mandibola o alla faccia durante la mattinata

Masticare l’interno della guancia

Rosicchiarsi le unghie

Succhiarsi il pollice, rosicchiare matite e giocattoli per bambini

Se pensate di soffrire di bruxismo consultate il dentista che valuterà lo smalto dei denti, insolite scheggiature e usure, e spruzzerà aria e acqua sui denti per verificare la sensibilità. Se viene rinvenuto un danno il dentista dovrà rivolgere al paziente una serie di domande, come ad esempio:

  • Come ti senti prima di coricarti?
  • Sei preoccupato per qualcosa a casa o a scuola?
  • Sei arrabbiato con qualcuno?
  • Come ti senti dopo aver dormito?

Il test aiuterà il dentista a capire se le cause del digrigno sono legate a fattori anatomici (disallineamento dei denti) o psichici (stress) e provvederà a pianificare un piano di intervento efficace.

Come curare il Bruxismo

Interventi estetici e/o di ricostruzioni adatti in casi di bruxismo

Nei casi in cui il digrigno dei denti sia causa di dolore al viso e/o alle mandibole o di danno ai denti, il dentista potrebbe ritenere necessario rilevare un calco dei denti o effettuare altri esami specifici.

La maggior parte dei bambini e degli adulti colpiti supera il bruxismo, ma una combinazione di verifiche da parte dei genitori e familiari e le visite dentistiche possono aiutare a mantenere sotto controllo il problema.

Sia che la causa sia fisica o psicologica, è possibile controllare il bruxismo rilassandosi prima di coricarsi, per esempio con un bagno o una doccia calda, ascoltando per un po’ di minuti una piacevole musica o leggendo un libro.

Per il bruxismo causato da stress, cercate di scoprire la causa scatenante e lavorate su questa: ad esempio un bambino che si preoccupa di essere lontano da casa per un primo campeggio potrebbe aver bisogno di essere rassicurato che la mamma o il papà saranno vicini se dovesse succedere qualcosa.

Se il problema è più complicato discutete sulle preoccupazioni del vostro bambino e cercate di alleviarne le paure, se siete preoccupati per il suo stato emotivo parlatene al vostro medico.

Il Bite

Per quanto riguarda gli adulti è possibile correggere il disturbo e prevenirne gli effetti collaterali indossando un bite, una mascherina simile al paradenti che portano gli sportivi che viene portata soprattutto di notte, in grado di creare una barriera protettiva tra le due arcate dei denti. E’ possibile farsene progettare uno assolutamente su misura, svincolato per poter effettuare ogni movimento dentale, personalizzato per il vostro caso specifico dal dentista.

Prevenzione

Poiché il bruxismo è una reazione naturale del bambino durante la crescita e lo sviluppo, nella maggior parte dei casi non può essere prevenuto. Il bruxismo da stress indotto può invece essere evitato parlando regolarmente con i ragazzi dei loro sentimenti ed aiutandoli a far fronte allo stress.

Durata

Il bruxismo causato da stress continuerà fino a quando non si elimina la fonte di disagio, sia nei bambini che negli adulti.

Il bruxismo infantile è di solito rinvenibile durante l’adolescenza. La maggior parte dei ragazzi finisce di digrignare i denti al termine dell’infanzia, perché i denti permanenti sono molto più sensibili al dolore.

Alcuni bambini, tuttavia, continuano a digrignare anche durante l’adolescenza.

Soluzioni al bruxismo ed all’usura

Non esistendo allo stato attuale una precisa individuazione delle cause né in campo neurologico né in campo odontoiatrico, possiamo solo fare terapia sugli effetti, minimizzandoli o cancellandoli.

Nel primo caso l’intervento meno invasivo è il ricorso al bite, che esplica le seguenti azioni:

Protegge fisicamente la dentatura da abrasioni e fratture

Riduce l’attrito e le forze che si sviluppano

Svolge un’azione smemorizzante e rilassante sul sistema neuro-muscolare

Nel secondo caso, ovvero quando l’usura è tale da aver compromesso estesamente funzione ed estetica (ma questa è soggettiva) esiste il ricorso al ripristino delle morfologie dentali perdute. Complice il fatto che l’usura è generalizzata e che la dentatura restaurata sarà sottoposta a forze abnormi in grado di procurare fallimenti si ritieni utile ricorrere a restauri, compatibilmente con l’estetica, più resistenti, quindi come corone complete piuttosto di intarsi e questi piuttosto di otturazioni e ricostruzioni in composito. Ovviamente il restauro se applicato solo a qualche dente salterà in breve tempo poiché tranne che in rari casi non vi sarà lo spazio per rimettere solo questo se non si procede prima con il rialzo complessivo dell’occlusione e quindi con il recupero della dimensione verticale persa, per creare un po’ di spazio tra i denti.

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    Direttore sanitario Dott. marco Zucca, aut. n° 104/16 del 01/09/2010